mercoledì 26 febbraio 2014

ALLA SCOPERTA DELLO SHIATSU...


Stéphanie studia lo shiatsu da due anni in una scuola nazionale che prevede un percorso di studio di tre anni per diventare operatore shiatsu. Ci dà qualche informazione su questa tecnica che potrete scoprire con lei durante la vacanza consapevole di "Coltivandoci".





CHE COS’È LO SHIATSU?

Lo shiatsu è una tecnica corporea giapponese che si basa sulla pressione delle dita o delle mani esercitata su determinate zone del corpo del ricevente, lungo il percorso dei cosiddetti meridiani. I meridiani, secondo la medicina tradizionale cinese, sono dei “canali” dove scorre l’energia.
 
A CHE COSA SERVE LO SHIATSU?
Lo scopo dello shiatsu è di migliorare la circolazione dell’energia vitale. Il punto di vista della medicina tradizionale cinese è molto diverso dalla visione della medicina occidentale: la malattia è vista come uno squilibrio energetico. Lo shiatsu permette di aiutare un paziente che ha un problema fisico o psico-fisico; ma può anche riequilibrare il flusso vitale di una persona “sana”. In effetti, quando c’è uno squilibrio energetico (e in qualche modo, tutti abbiamo degli squilibri energetici, piccoli o grandi, che si evolvono, si trasformano), l’essere vivente tende a ricreare un equilibrio e quindi si adatta, anche se l’equilibrio è precario. Questo crea una condizione apparente di funzionalità generale, mentre in realtà si svolgono dei rapporti energetici impropri, il che, a lungo andare, può creare nuovi squilibri e comparsa di disturbi più gravi. Lo shiatsu permette di correggere questo squilibrio energetico. 




SI PUÒ PARLARE DI “MASSAGGIO SHIATSU”?

Spesso si sente parlare di “massaggio shiatsu”. Vorrei correggere quest’espressione, perché in realtà lo shiatsu non è un massaggio bensì un trattamento. Ovviamente, ha un effetto rilassante e una persona può ricevere un trattamento shiatsu rilassante e godersi il momento senza nessun altro scopo. Però lo shiatsu ha un effetto molto più profondo, soprattutto se viene ripetuto regolarmente. In effetti l’operatore shiatsu segue i suoi riceventi e adatta le sue pressioni, i suoi trattamenti, in base alla persona che si trova davanti. Il trattamento non si fa mai a caso, l’operatore ha bisogno della collaborazione attiva del ricevente in modo da capire quali sono gli squilibri sui quali lavorare, quali sono i limiti del ricevente, le sue paure, i suoi problemi fisici e psicologici. L’operatore shiatsu non “guarisce” la persona ma la aiuta a diventare più consapevole e a trovare la sua strada per conoscersi meglio e per uscire dalle sue tematiche psico-fisiche personali. Per questo motivo, è importante che il rapporto tra ricevente ed operatore sia un rapporto di fiducia e di pazienza.
Ovviamente, nel contesto di una fiera/un evento di divulgazione, l’approccio è un po’ diverso: un operatore o uno studente che fa provare lo shiatsu ad una persona che non lo ha mai provato, non pretenderà di risolvere i suoi problemi. Per cui la prima seduta sarà, come mi piace dire, un “assaggio”, una prova durante la quale mi concentrerò sulle parti del corpo che sono accessibili anche senza conoscere la storia del ricevente: piedi e mani soprattutto. Non andrò a fare delle pressioni sulla schiena di una persona che non conosco, eviterò di toccare una zona dolorante, che potrà essere trattata più tardi, in un contesto professionale. In questo caso (nel caso di una fiera o di un evento divulgativo), il trattamento assomiglierà effettivamente ad un massaggio rilassante; poi, se la persona vorrà conoscere lo shiatsu in profondità, potrà rivolgersi ad un professionista che la seguirà in modo più particolare. Anche se non ho ancora finito il mio percorso di studio dello shiatsu, sono felice di far conoscere e provare alla gente questa tecnica, sempre nel limite delle mie competenze ovviamente.

IN BASE ALLA TUA ESPERIENZA, QUALI SONO LE DIFFERENZE PIÙ IMPORTANTI TRA MEDICINA OCCIDENTALE E MEDICINA TRADIZIONALE CINESE, BASE DELLO SHIATSU?
 

La medicina tradizionale cinese presenta una visione olistica della natura e dell’uomo: il termine “olistico” viene dal greco “olos”, che significa “tutto”; secondo la medicina cinese, l’essere umano è da considerare nel suo insieme, e non bisogna mai dimenticare che si evolve all’interno di un ambiente che lo influenza sempre. Quindi ad esempio, se una persona mi parla di un dolore alla spalla, non considererò soltanto la spalla: cercherò di capire se ha altri dolori, qual è il suo stile di vita, cercherò di farmi un’idea globale del suo stato di salute, in modo da capire il senso profondo (ma sempre reale e concreto) di questo dolore alla spalla. A volte, le risposte non arrivano subito, ci vuole pazienza, apertura mentale, autentico desiderio di comprendere e di accettare la complessità dell’essere umano.  La medicina occidentale si concentra più sui sintomi e sulla guarigione delle malattie, mentre la medicina tradizionale cinese cerca le cause a 360 gradi e cerca piuttosto di mantenere l’essere umano in uno stato di salute. Se si entra nel mondo della medicina cinese, ci si accorge che il corpo parla di continuo: oggi, quando ho un raffreddore, cerco di capire quale squilibrio mi ha portato al raffreddore, mentre prima, magari prendevo dei medicinali e speravo che passasse in fretta. Posso dire di essere entrata nel magico mondo della consapevolezza psico-fisica! E la strada è lunga, lunghissima, anzi credo che imparerò per tutta la mia vita…





CI PUÒ ESSERE UN “DIALOGO” TRA SHIATSU E MEDICINA OCCIDENTALE SECONDO TE?


Non è facile ma penso che ci possa essere. Soprattutto, direi che non c’è una medicina “superiore” all’altra. Se riusciremo ad unire in qualche modo le due visioni, potremo raggiungere dei risultati molto interessanti per la salute fisica e mentale delle persone. Ci vuole equilibrio, come in tutte le cose. L’operatore shiatsu o l’agopuntore non sono necessariamente persone che non prendono mai un’aspirina: magari prediligono altre modalità di sostegno alla salute, però bisogna anche riconoscere quando un medicinale è necessario. L’operatore shiatsu non è un medico. La collaborazione tra operatori shiatsu e medici comincia però a svilupparsi, come si può vedere in questo video che consiglio di guardare:
L’operatore shiatsu non è nemmeno uno psicologo, però deve prendere in considerazione l’aspetto psichico del ricevente. Può aiutare il ricevente ad esprimere qualche disagio, ma poi lo deve lasciare libero nella gestione delle proprie emozioni, aiutandolo dal punto di vista energetico.
Per maggiori informazioni sullo shiatsu, suggerisco di dare un’occhiata sul sito della Federazione Italiana Shiatsu (FIS) http://www.fis.it/


QUALI CAMBIAMENTI CONCRETI HA PORTATO LO STUDIO DELLO SHIATSU NELLA TUA VITA?
 
La prima cosa che mi viene in mente è la consapevolezza. Da quando studio shiatsu, osservo molto di più i miei comportamenti, i miei sentimenti, il collegamento fra sentimenti, eventi della mia vita, comportamenti, stati di salute. Durante il primo anno, ho imparato a praticare: gli insegnanti della mia scuola mi hanno insegnato una lunga serie di “katà”, cioè degli esercizi didattici per imparare a posizionarsi ed effettuare le pressioni sul corpo di qualcun altro,  in varie posizioni. Mi hanno insegnato ad ascoltare il mio respiro, sempre, a respirare con la pancia, profondamente, in ogni istante durante la pratica. Questo mi ha portata a respirare meglio anche nelle altre attività della mia vita. Durante il secondo anno invece, imparo la teoria della medicina tradizionale cinese, con i cinque elementi; e ci insegnano anche ad applicare la teoria, sempre attraverso tanta pratica. E’ stato bello imparare prima la pratica, e poi la teoria. Questo mi ha sconvolta: ero abituata ad un metodo di apprendimento molto diverso, più “occidentale”, più “universitario”, con tanta teoria e poca pratica, ed ecco che la scuola di shiatsu ha cambiato il mio mondo! Prima ti devi buttare, devi sperimentare, percepire, fare esperienza, provare. Poi ti spiegano cosa ti è successo. Bellissimo! Scopro i miei squilibri, scopro i miei problemini, cerco di ascoltarli e di osservarli senza giudicarli. So che tutto si trasforma e sono fiduciosa. Tutte queste scoperte mi hanno aperto un mondo: adesso so che solo l’istante presente può essere vissuto, e mi concentro su questo. Conosco meglio me stessa. Partendo da questa grande svolta nella mia vita, mi sento pronta per osservare gli altri ed aiutarli a entrare in connessione con se-stessi. Il terzo anno di studio mi insegnerà la deontologia e il rapporto fra operatore e ricevente, ma sto già sperimentando il rapporto con le persone quando faccio pratica, ed è molto interessante! Toccare una persona è molto più profondo di quanto si possa pensare: con un semplice tocco, si può rassicurare, riscaldare, calmare, stimolare l’energia di una persona, regalarle un gesto di amore puro e disinteressato, e capire delle cose su noi stessi. La nostra società ne ha bisogno più che mai! 






PRESENTACI LA “PROPRIOCEZIONE” E LO “STRETCHING DEI MERIDIANI”
 

PROPRIOCEZIONE
La propriocezione (“percezione di sé”) è un metodo di ascolto di sé che mi è stato insegnato dai miei insegnanti di shiatsu; deriva dalle tecniche di meditazione Vipassana (http://www.vipassanaitalia.it/). Non si tratta di un esercizio di meditazione/visualizzazione guidata, nel senso che lo scopo della propriocezione è di ascoltare e percepire le manifestazioni concrete del proprio corpo e della propria mente. Durante la propriocezione, si rimane ancorati al proprio ventre (“Hara” nella tradizione giapponese), ascoltando il respiro addominale che si fa sempre più profondo. I pensieri sono inevitabili, la mente fa fatica a non lavorare, a non produrre pensieri, immagini, fantasie. Però si può allenarla a rimanere centrata, a tornare al respiro ogni volta che ci sfugge. Questo permette di ascoltare pienamente lo stato attuale del corpo e della mente: sentirò qualche dolore, qualche fastidio, qualche sensazione piacevole, e percepirò senza giudicare ciò che sta accadendo, consapevole del fatto che ogni attimo è soltanto un attimo e scomparirà a breve. Potrò allenarmi a percepire sempre più precisamente ciò che sento e provo in quel momento: un “fastidio”, che cosa è? Che cosa genera in me? Un dolore, un sentimento di rabbia, di lassitudine? Diventare più precisi nella percezione di sé consente di diventare molto più consapevoli e dunque di trovare soluzioni più adeguate. Per l’operatore shiatsu o lo studente di shiatsu, è una tecnica molto utile: solo ascoltando me stessa e percependo chiaramente ciò che succede nel mio corpo, sarò poi in grado di ascoltare, percepire e capire le dinamiche di un altro corpo, di un’altra persona, che avrà poi una storia diversa dalla mia, un atteggiamento diverso, tutto suo, che rispetterò ed accompagnerò. Ogni respiro porta novità e trasformazione, e questo ci fa prendere coscienza sia del carattere effimero di ogni cosa, che della possibilità di migliorare il nostro stato in ogni istante. 

STRETCHING DEI MERIDIANI
Anche questa tecnica mi è stata insegnata dai miei insegnanti di shiatsu. Nello shiatsu esistono diversi stili, diverse correnti tutte valide. Lo stile che sto imparando deriva dalle tecniche dello studioso giapponese Shizuto Masunaga. Masunaga sviluppò una serie di stiramenti (“stretching”) dei meridiani. Secondo la medicina tradizionale cinese, l’energia vitale scorre in tutto il corpo attraverso i meridiani. Ogni meridiano corrisponde ad un organo e un viscere, e i vari meridiani corrispondono anche ai vari elementi della medicina cinese: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua. In questo sistema complesso e analogico, è riassunta tutta la complessità dell’essere umano che non è visto soltanto come una macchina, ma come un sistema corpo-mente che vive in un ambiente che lo influenza.
Praticando lo stretching dei meridiani, possiamo aiutare la nostra energia vitale a scorrere più fluidamente nel corpo. Si tratta fondamentalmente di 6 esercizi di ginnastica dolce, da effettuare in un ordine preciso e stando sempre molto attenti al respiro. Gli esercizi, una volta capiti, possono essere realizzati a casa, da soli, senza problemi. Non hanno effetti collaterali, possono essere fatti anche con poco tempo a disposizione. Ovviamente i risultati sono più importanti se gli esercizi vengono effettuati regolarmente e consapevolmente. Lo stretching dei meridiani è perfetto per chi ha poco tempo ma desidera aiutare la propria energia a fluire, oppure per chi vuole fare un po’ di esercizio semplice senza sforzare i muscoli.

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